martedì 26 novembre 2013

Suono, buono.



Questi signori qui sopra, apparentemente, non hanno nulla in comune.
Quello a sinistra si chiama Sean Cassidy, irlandese, è stato agente dell'Interpol, ufficiale della polizia di New York nonché membro degli X-Men col nome di Banshee.
In ossequio al suo nome di battaglia, Banshee era un mutante in grado di volare ed emettere un urlo sonico devastante.
È scomparso in un incidente aereo.
L'altro si chiama Efstràtios Dimitrìu, greco, è stato cantante dei Ribelli nonché voce degli Area col nome di Demetrio Stratos.
Anche Stratos era un mutante, ma a differenza di Banshee non sapeva volare.
L'urlo sonico invece, era lo stesso.
È scomparso a causa di una malattia improvvisa.
Il problema è che se nel primo caso una resurrezione non è esclusa, alla Marvel non si muore mai per molto, nel secondo la cosa è proprio definitiva.
Stratos faceva cose con la voce che nessuno ha mai più ripetuto; lo si può apprezzare nell'artisticamente monumentale parabola degli Area (ascoltateli, please), ma ancor di più nei suoi lavori da solista, sperimentazione pura sul suono, quello buono, prodotto dalle corde vocali.
Io, incuriosito, mi sono procurato tempo fa questi due album
 

il cui ascolto suscita in me opposti stati d'animo.
Trasporto emozionale oppure profondo scassamento di coglioni.
Dipende in massima parte dal tempo atmosferico, perché sono fortemente metereopatico, non certo dal valore dei due lavori.
In perfette giornate novembrine (non quelle farlocche attuali, intendo grigio, foschia e freddo) è una catarsi, con sole e brezzolina profumata una galera.
Per uscirne indenni, per risalire da quelle profondità cerebrali, necessita poi l'ascolto di qualcosa di Fedez o Jake La Furia, al massimo Emma, acqua fresca insomma.  
In "Recitarcantando", Stratos divide il palco di un teatro con Lucio Fabbri: voce, violino e stop. 
Interessante l'impasto, anzi affascinante, ma mai come "Cantare la voce", che si compone di puri esercizi fonetici: diplofonie, triplofonie, melodie infantili (che sono anche i titoli stessi dei "pezzi").
Spesso i suoni che il cantante produce sconfinano nel "non umano", non c'è altro modo di dirlo, ma vanno ineffabilmente a titillare zone del cervello che a questi stimoli rispondono in qualche modo.
Stratos era un virtuoso del suo strumento (un po' come Siffredi qualche anno dopo), che spingeva ai limiti espressivi grazie allo studio della sua fisiologia e a quello, ferreo, di materiali sonori tra i più disparati, melodie e canti popolari asiatici antichi e moderni, musica "colta"europea, jazz americano.
Tutto ciò fu reso possibile da Demetrio ovviamente, ma anche dalla benemerita Cramps Records






etichetta milanese nata nel '72 che aveva un catalogo eccezionale per qualità, quantità e coraggio (Area, Pfm, Cage, Stratos...), defunta, risorta trent'anni dopo ( ed io è lì che mi inserii coi miei acquisti on line, meritandomi due pins gadget ), ridefunta ed ora di proprietà Sony (quindi zombie).
Per quei casi della vita, Stratos non era l'unico ad emettere suoni melodiosi, una sua omonima riuscì  a fare altrettanto: era un'auto e la costruiva la Lancia

La mano è dell'autore. Il modello è della Kyosho.

 
La macchina, qui ritratta nella sua più classica incarnazione, in livrea Alitalia equipaggio Munari- Maiga Campione del Mondo Rallye '77, è quel che si dice un'opera d'ingegno, una di quelle davanti alle quali io mi scappello (doppiamente).
È uno dei non rari esempi, in tutti i campi, di quel che gli italiani riescono a fare quando si affidano alla creatività lasciando fuori ipocrisia, meschineria, codardìa, arroganza, ignoranza, supponenza, presunzione, prevaricazione... insisto?
Insomma, la cosiddetta "furbizia italica" (che raccoglie tutte le definizioni precedenti), quella che mi costringe a dominarmi dal menare gran fendenti sul viso del genitore che dice al figlio in pieno imprinting: "fatti furbo". 
Cane/cagna! Così lo rovini! A lui e a noi! Non deve essere furbo, deve essere tonto piuttosto!!!!!
Scusate, ho perso il controllo.
La Stratos quindi, una roba che non s'era mai vista prima, concepita distillando l'ardita Zero di Bertone (genio), miscelandola con meccanica Ferrari (genio) lasciata fermentare sotto la guida del D.s Lancia Cesare Fiorio e dell'Ing.Piero Gobbato (geni) e infine servita fredda dal sommelier Sandro Munari, detto "il Drago" (genio).
Risultato: annichilita la concorrenza mondiale.
Per sentire i gorgheggi del v6 2.4 DinoFerrari della Stratos è sufficiente premere il link (alzate il volume, anche se il pilota è una chiavica totale), una volta occorreva prendere un sacco di freddo lungo una prova speciale.
Bella roba l'internèt, eh?


1 commento:

  1. Mi inserisco a gamba tesa per segnalare http://en.wikipedia.org/wiki/Cobra_(album), album che rientra nel "Trasporto emozionale oppure profondo scassamento di coglioni." perché, diciamocelo, siamo tutti meteoropatici...

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