mercoledì 13 novembre 2013

TRE VOLTE NATALE

Per motivi vari ed eventuali mi sono trovato a riprendere in mano "Neuromante" di William Gibson.
Di lui, il libro, mi ricordavo solo la beffarda espressione dell'uomo pennuto in copertina, nell'edizione degli Oscar Mondadori del 2004.
Questa:
E rileggerlo mi ha ricordato perchè.
Il testo è considerato capostipite del Cyberpunk, faccende tese di realtà virtuali, programmi assassini e protesi artificiali.
C'è uno, Case, che lì dentro è molto nel futuro ma è anche il nonno dei nerd smanettoni attuali, anche se questo tromba (e più volte), nella fattispecie una bella sicaria con gli occhi a specchio di nome Molly.
Non dirò altro per evitare spoiler sennonchè, fantasia saltami addosso, piove ogni due per tre.
Il libro lo comprai nel 2004 appunto e nel riaprirlo ho notato con sommo piacere che la bella carta utilizzata s'è tutta ingiallita come piace a me, prendendo quel profumino che mi fa nasare il libro prima di leggerlo.
Com'è, come non è, anche alla seconda passata non è la storia a prendermi ma qualcosa di contorno: la copertina al primo giro, le pagine lise al secondo.
I quasi dieci anni trascorsi hanno però dilatato la frequenza delle orecchie piegate in cima alla pagina: non mi capacito di quanto a singhiozzo fossi andato la prima volta (e neppure l'avevo finito).
Sarà che oggi come allora al Cyber preferisco lo Steampunk, che poi lo dobbiamo sempre a lui, Gibson, grazie a "La macchina della realtà" del '90.
A proposito di cyberpunk, mi ricordo l'ondata modaiola di quegli anni lì, mi ricordo un locale a Milano che strombazzava 'sta fava della realtà virtuale e tutti si andava là, dove i tavoli erano messi strategicamente ai lati per lasciare al centro il magnifico zimbello di turno a brancolare emozionato nell'aria, con un guanto a sensori ed un paio di occhiali tipo binocoli, ignaro che nel mentre gli avventori lo facevano oggetto di sputazzi.
Il locale è sempre là, la realtà virtuale è scomparsa da un bel pezzo, superata ampamente da quella semplice quanto a situazioni fantascientifiche.
Tipo quella del presidente venezolano Maduro, che pochi giorni fa ha dichiarato di voler anticipare il Natale per fare felice il popolo, "vaccino contro chi inventa situazioni di confusione e violenza".
Io gli batto le mani a questo, ma forte.
Nemmeno Dalla, che era Dalla eh, mica Maduro, s'era spinto tanto oltre.
Lui al massimo proponeva "Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno".
Peccato che Lucio non fosse Presidente della Repubblica, ne avremmo guadagnato tutti.
Al genio malvagio di Maduro invece, per il suo sereno Natale farlocco, vorrei donare un esemplare del Santa Claus  di McFarlane come quello che ho qui e che espongo usualmente sotto l'albero, augurandogli di incontrarlo mentre scende dal suo caminetto




Per chiudere con Neuromancer, è una storia nella quale il 90% di ciò che accade è poco chiaro ed il restante dieci ininfluente: leggetelo.
Anche Gibson c'ha del bisogno suppongo.



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