venerdì 22 novembre 2013

Chiusi nella camera chiusa

Ignorate i pruriti porni che il titolo può indurvi, nella camera chiusa non si fornìca bensì s'indaga.
Trattasi di una perversione che i giallisti hanno sviluppato a furia di inventarsi ammazzamenti ed intrighi sempre più spinti.
Più o meno si indica nel "Delitto alla rovescia" di Ellery Queen il capostipite, una storia nella quale, oltre al delitto commesso già di per sé incasinato, la vittima viene trovata con gli abiti al contrario... delirio (e non posso dire molto perché ce l'ho lì ancora da leggere, se non che ipotizzo sia stato il maggiordomo).
Per quelli che apprezzano il genere o, se mai l'hanno frequentato, se ne sentono naturalmente attratti, consiglio una doppietta di rara cerebralità letteraria, scritta da Herry Stephen Keeler (e vi beccate wiki in inglese, perché in Italia lo conoscono in tre).

Un plauso al grafico della Shake per l'imponente lavoro svolto intanto, e la fantasia dimostrata...



 

















 Li ho messi così, ma avrei potuto invertire l'ordine, perché questi due libri sono un raro esempio di storia leggibile prima l'una e poi l'altra, prima l'altra poi l'una, paralellamente.
Come vi va, perché l'ammazzato è il medesimo e gli investigatori due (e non si incontrano mai).
Keeler pare fosse talmente torrenziale dietro la macchina da scrivere che, quando si metteva a creare un romanzo, produceva talmente in eccedenza da poter mettere insieme un secondo libro col materiale che restava fuori dal primo.
Come col maiale, praticamente.
E le storie sono da fanatici eh, con tanto di schema disegnato del luogo del delitto, un campo da croquet sul retro della villa dell'ineffabile anziano Andrè Marceau, sul quale la vittima (lui) viene trovata garrotata.
Tutto qui?
No, il fatto è che Marceau era intento a spianare il campo con un rullo ed intorno a lui non ci sono altre impronte oltre alle sue, tranne alcune lontano dal campo, piccole, apparentemente lasciate da un neonato (!).
Fa già ammattire così ma aspettatevi il peggio poi, quando, a botte di schemini e teorie, il poliziotto Aleck Snide risolve il caso.
Ed è talmente un meccanismo ad orologeria che ti trovi a convenire che sì, quella è l'unica soluzione possibile, incredibile, come avevi fatto a non pensarci, eh eh eh... che roba!
Tutto bene quindi.
Una ceppa; perché quando ormai la tensione è svanita e tu, lettore, stai per allungare le gambe sul divano pregustando "Amici" per riprenderti da tanto ragionare, leggi che un altro, l'Ispettore Jones ha risolto il caso ed in maniera completamente diversa... nell'altro libro.
Io l'ho letto nell'ordine CasoMarceau-OmicidioQuartaDim, ma come avrete capito fate un po' come razzo vi pare, tanto è lo stesso.

Ieri sera guardavo Santoro, anzi lo guardava la mia nuca perché io scrivevo "Encefalonight", che sarebbe il mio secondo romanzo che forse un dì vedrete se il primo venderà qualcosa, e sentivo gli interventi di un paio di imprenditori che, dalla sede della propria azienda fallita raccontavano, col "coer in man" e i dipendenti stretti attorno,  del fatto che dietro il Presidente di Equitalia, Befera, in realtà si pensa sia celato Stanislao Moulinsky.
Dato che, come vado vaticinando da un po', non ne usciremo vivi perché tra breve cominceranno a sparare, tiro però un sospiro di sollievo nell'attesa del gioioso momento nel quale il Santoro si leverà nuovamente dalle palle per mancanza di soggetti disperati ai quali dare la parola per tre minuti prima di interromperli (qualsiasi cosa stiano dicendo, tipo che se non cambia nulla si impiccherano per debiti, detto con occhi lucidi e groppo in gola) annunciando la pubblicità.
Se questi accettano ancora l'umiliazione delle telecamere nell'azienda pignorata è perché sperano in qualcosa, un appiglio di qualche tipo (e quello di ieri sera era uno spettacolare ossimoro per giunta, con padrone e dipendenti affettuosamente abbracciati e accomunati nello stesso destino straccionaro), che arrivi dal giornalista-anchorman (o così si crede lui) dalle scarpe brutte (fateci caso, evidentemente il vestito e la cravatta glieli mettono sul letto in camerino, così non sbaglia, poi lui calza le scarpe sue e crolla) a farli sperare.
Invece zero, manco un sospiro, solo
- Io ho trecentomila euro di cartella esattoriale e non posso pag..
- Pubblicità!
- Sì ma ho qui trenta dipendenti senza liquidazione che...
- Pubblicità.
- È' che Equitalia mi ha sequestrato i conti correnti senza possibilità di...
- Me lo dice dopo... Pubblicità!
E come lui, oggi, ce n'è a pacchi e molti, udite udite evadono per obbligo mica per la barca, perché o paghi le tasse oppure paghi i dipendenti e i fornitori.
Poi ci sono quelli con la barca certo, e anche di quelli ce n'è a pacchi, però, strano, a loro Equitalia non si rivolge quasi mai e se lo fa è con tatto felpato.
Avvisando.
Ma tanto alla fine, la giustizia la trionferà, perché per ogni Befera-Moulinsky c'è un Nick Carter...






 
E L'ULTIMO CHIUDA LA PORTA!  (cit.)

p.s

Ho messo una ruota da 26'' davanti, alla bici da palo, che è fatta per le 28''.
Per pura libidine estetica.
Esperimenti sono in corso per capire come frenarla.
Chi crede che mi ci accartoccerò lo dica chiaro e si aggiudicherà un Nuvola Nove al proprio domicilio.

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