lunedì 11 novembre 2013

ONIRYCON nr.4

Trovo particolarmente utile la pratica di scrivere la cronaca del sogno da poco svaporato la mattina appena alzati, se si ha la capacità di ricordarselo abbastanza a lungo.
Riprendere quei testi anni dopo è fonte di continue ispirazioni per romanzi, racconti o qualsiasi altro arnese stia costruendo in quel momento.
Dato che ho appena recuperato uno di questi Onirycon, il nr.4 sognato la notte del 28 ottobre 2008
(l'Italia non era ancora in recessione!) mi prude riportarlo qui, pari pari a come lo fermai su carta.
Mi pare abbia dignità di simpatico racconto che può andar da solo sulle sue svelte gambe.



"Partecipo alle prove libere di una gara di Bmx all'autodromo di Monza.
Provo e riprovo, anche contromano, ma sono molto lento.
Penso che potrei forse migliorare la prestazione gonfiando molto le gomme della bicicletta, ma gli altri vanno tutti molto più forte e sono ragazzini.
Fatico a spingere i pedali.
Quando leggo che l'iscrizione costa 70 euro trovo la scusa per non partecipare.
L'avviso è scritto su di un pezzo di carta appeso ad un filo (e qui feci un disegnino ndr.).
Intorno molto verde, quasi giungla, forse influenzato dalla visione intensiva di 18 puntate di Lost in un solo giorno.
Solita grande inquietudine mista a malinconia che accompagna tutti questi sogni competitivi."


Voilà.
Bellino no?
Ci si potrebbe attaccare sopra o sotto tutto un libro di quelli che poi vendono anche, quelli che parlano di disagio sociale, di traumi infantili o di tutt'e due, che è anche meglio.
Roba che se il mio agente amico dell'amico dell'amico mi fa andare da Fazio ci vendo anche i diritti per un film e forse (ma forse forse) ci rimedio un paio di scopate.
Il meccanismo è sempre quello, nessuna mistica particolare.
Ma il sogno, ah! quello è pulito, sgorga dal cervello nella sonnolenta modalità theta, mica cazzi.
Che poi, riguardando il microtesto, ne ricavo solo che i complessi d'inferiorità nei confronti delle aspettative e il timor panico della Turpe Vecchiezza erano già tutti schierati al loro posto.
Per concludere degnamente questo inutile svolazzo onirico, sono indeciso tra un Odilon Redon e un boh.
Scelgo Redon.


"Il sogno" 1904, olio su tela 56.0x43.0 cm. Collezione privata.



Nessun commento:

Posta un commento