mercoledì 6 novembre 2013

57






Ero tentato di emulare John Cage con i suoi 4'33'' di silenzio o Robert Rauschenberg con le tele bianche, ma essendo io un ominicchio ho desistito, accontentandomi di aspirare al grado superiore della scala Sciasciana, quello di mezz'uomo.
Quindi calo le braghe e scrivo.
L'idea era quella di inaugurare questo posto con un bel testo che non c'era, una bella robina intellettuale, ma sono stato bruciato sul tempo... ancor prima di decidere cosa fare il blog contava 57 visite!
La robina intellettuale l'hanno fatta quelli lì, senza nemmeno avvisarmi.
Cinquantasette persone che hanno osservato il nulla, la pagina bianca, probabilmente ascoltando l'eco dei loro scazzi di giornata, come spesso accade quando ti trovi all'improvviso dell'inaspettato spazio vuoto davanti.
Riempire lo spazio non è da tutti, ascoltare il silenzio nemmeno, visto che non esiste.
Restare completamente soli con se stessi può atterrire, mica facile, nemmeno per pochi secondi.
Infatti il primo che eseguì il "brano" di Cage nel '52 a New York, David Tudor, si prese ortaggi e forse una scarpa nella nuca dal gentile pubblico disorientato.
Quanto tempo in media avranno speso davanti al niente quei 57?
Mah.
Mi avranno mandato a cagare perché si aspettavano qualcosa che non c'era (anzi non c'era proprio niente) oppure avranno apprezzato la mia arguzia artistica (e non c'era manco quella) nel proporgli solo del bianco da colorare a piacere?
Chissà, mi sembra una cosa affine al lasciare messaggi sulla bacheca o nella casella di un defunto, un miracolo che la Rete ha reso possibile, l'immortalità, l'esserci comunque anche quando non c'è (più) niente.
Vabè, adesso ci sono neh?


1 commento:

  1. che poi... ti si vedeva di più quando non c'eri e lasciavi lo spazio vuoto oppure ora che lo hai macchiato un poco?...
    i numeri lo diranno. sono quelli che ci governano (dicono, ma fatico a convincermi io che ai numeri associo un colore per renderli comprensibili).

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