martedì 7 gennaio 2014

Ultime ore per l'abete.

L'epifania è il lunedì dell'anno.
Il giorno in cui si raccoglie tutta la depressione per ciò che ti aspetta nel mondo dopo la sbornia orgiastica delle feste e dopo aver riportato l'abete in cantina (se di plastica), o nel cassonetto (se vero e, normalmente, senza radici).
Finisce l'armistizio con gli scazzi quotidiani e cala anche il timido ottimismo artificiosamente inalberato a capodanno (tranquilli, sarà una merda uguale a quella passata).
Niente più filmetti per bambini la sera, niente più cartoni animati in prime time.

Che poi per me si tratta di una sorta di sindrome da arto mancante, quella che colpisce gli amputati che continuano a sentire prurito laddove non ce ne potrà più essere.
Uguale.
Perchè nonostante da disoccupato io abbia tutto il tempo del mondo a disposizione, la domenica sera ugualmente ho sempre le palle girate, e il 6 gennaio anche.
Specialmente quando, come ora, sto per staccare la spina alle lucine colorate che hanno rallegrato la mia abitazione e la mia esistenza nelle ultime tre settimane.
CHE MERDA!
Domattina, al risveglio delle canoniche nove e mezza, placido e in bolletta, rivedrò la situazione con occhi diversi, ma ora, alle ore 23.30 di 'sta Befana 2014 soffro all'unisono con voi lavoratori per la sveglia di domani mattina.
Per il traffico in cui vi infilerete, per il freddo nel coppino che patirete, per la fila al bar che subirete.
E intanto mi so vedendo "Ghost in the shell", regalatomi dalla Dolce proprio a Natale (Lei è a letto che guarda un Bergman). 
L'ho interrotto perché m'è venuto lo stimolo scrittòrio, ma pare interessante.
È questo qui, la versione 2.0 uscita nel 2008



L'originale è del 1995 e all'epoca spaccò parecchio, in un decennio, quello dei novanta, che non produsse un cazzo di valido in nessun campo tranne il grunge all'inizio, Evangelion e questo a metà, e la ridicola presa per il culo del Millennium Bug alla fine.
Storia tesa di una sezione corazzata della polizia che insegue non so ancora chi per fare non so ancora cosa; appena finito col post, torno a vedere.
Secondo quell'abitudine tutta nipponica di non rispettare la memoria di nulla, qui in questa nuova release ci sono un nuovo audio stereo, nuovi fondali e colori ed un massiccio utilizzo di cg.
Bello è bello, ma non avendo visto l'originale non mi sbilancio.
Il regista, Mamoru Oshii, però è una garanzia.
Se non lo conoscete, recuperate e alla svelta: vi consiglio a bruciapelo due anime bellerrimi come "The skycrawlers"e, per i più sbarazzini, un vecchio lungometraggio di Lamù, "The beatiful dreamer" , che mi ha sempre affascinato con quella sua atmosfera onirica e sospesa e che mi devo decidere a recuperare su di un altro supporto perché la mia vetusta vhs non so più come fare a guardarla essendomi esploso il vcr anni e anni fa.





No fear! Urusei Yatsura è il nome originale della serie.




 Va bè, in ogni caso, tornando al primo anime, dopo dieci minuti, durante un inseguimento vedo che la polizia utilizza questa macchina qui



solo un po' modificata, grigia e senza biscione sul cofano.
È l'Alfa sz dell'89, una delle più fascinose Alfa mai fatte (e in Alfa ne hanno fatte tante).
A me allora faceva cacare.
Oggi anche, ma sono più possibilista.
Ai giapponesi piaceva evidentemente e non solo a loro.
Ne tirarono un migliaio e andarono via tutte prima ancora di aver finito di assemblarle.
Trazione posteriore, tre litri e 6 cilindri, andava una mazza ma la colpa fu del management che col motore a quattrovalvole pronto alla commercializzazione preferì montare il vecchio duevalvole ormai bolso nonostante una costosa preparazione corsaiola.
Le genialate che a Torino non hanno mai smesso di perpetrare ai danni di Arese (quando ancora c'era).
La storia del suo aspetto estetico è simpatica: furono messi in competizione il Centro Stile Fiat e Zagato, che svilupparono il design fino a presentare i rispettivi modelli 1:1.
Vinse Zagato e il risultato lo vediamo, ma la proposta interna non venne accantonata.
Presa paro paro, solo lucidata qua e là e verniciata in un color rosso rubino metallizzato, venne esposta al Salone dell'Auto di Torino nel '91 quale concept col nome di Proteo.





Di lei, oltre al colore in listino (appunto il rosso Proteo) che era tanto piaciuto, venne derivato un fortunato modello, la Gtv, nel '94.





In Alfa sono particolarmente bravi con i colori evidentemente.
Il numero riuscito con quel bel rosso, lo replicarono verniciando in un bellissimo azzurro cangiante la concept Nuvola (fantasiosi, anche questo colore infatti venne battezzato azzurro nuvola) nel '96.



A differenza della Proteo, ahimè, qui sopravvisse solo il colore, che io volevo utilizzare per verniciarmi una bicicletta salvo scoprire che per la sua formulazione "micallizzata" costava uno sproposito.
Tutto ciò per non pensare all'angoscia che mi attanaglia a vedere dopo venti giorni l'angolino occupato dall'albero di natale buio e triste.
Torno a finire l'anime, tanto domattina la sveglia è biologica.


2 commenti:

  1. Gennaio... ieri era il 6 Gennaio.
    Ghost in the Shell Original (Master of Puppets), così come la serie dei 75 di AlanFord, sono gelosamente custoditi nel caveau della mia magione...

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