lunedì 16 dicembre 2013

Figatine & figatone (Gregorio Jazz Inside).




O di qua o di là.
Le figatine e le figatone dividono i fanciulli dagli adulti, quelli che hanno un'idea che sembra figa (fica, se siete sub Po e vi fa sentire più a casa vostra) e apparentemente lo è ma poi te la dimentichi (cioè il 99 % di quello che viene postato su Facebook aka la Fogna dei Semplici), e quella che magari al momento impressiona meno ma poi resta stampata nella mente.
La prima è una figatina, la seconda una figatona.
Questo che vedete qui sotto, giratovi da designfaves.com, è un tipico esempio di figatina.
Il successo di un sito, di un'iniziativa mediale e mediatica passa sempre attraverso di esse, purtroppo, roba di presa immediata che apre il sorrisone sulla faccia dell'utente che poi corre a postare per la sua cerchia di amici e avere due, tre minuti di successo tra foto di gatti e selfie in ufficio per sentirsi connesso col mondo.




Capito il genere?
C'è qualcuno che ha avuto l'idea di mettere un costume ad un dipinto classico... uellà! Figatina!
Chissà se ci guadagna?
Tra dieci minuti è già finito, terminato, sostituito dalla figatina successiva.
Lo trovo un percorso invero squallido, come le tracce lasciate sull'erba delle aiuole da quelli che vogliono fare meno strada possibile e tirano dritto sul prato, mollando il sentierino lastricato. 
Questo nonostante io stesso abbia esclamato figatina! vedendole.
Se proprio vogliamo pensare ad una figatona declinata sul motivo "taroccamento di immagine preesistente" io su Facebook posterei quest'altra cosina di Paloma Blanco, intitolata Pornotapados,  molto più sottilmente maliziosa, cerebrale, meditata.





Scene tratte da giornaletti porno, pagine ampiamente mitragliate dagli umori dei loro antichi lettori che rinascono a nuova vita.
Con un po' di fantasia sotto il colore si intuiscono le alternative all'immagine posticcia, gli ingroppi e i suffloni abilmente celati, suggeriti da destabilizzanti espressioni lontane dall'azione che vediamo compiersi: una sorta di stereogramma boccaccesco in glassa pop/caciarona.
Se vi interessa, la rivista è in vendita da Belleza Infinita (con una z), per me merita, ed essendo una figatona ve la ricorderete.
Inoltre in questi giorni sono attirato dall'opera che Casa Bertallot sta compiendo nel settore comunicazione dopo essere stato sbattuto fuori a calci nel dedrè dalla Rai, e sensibile al nobile tema della contaminazione che veniva ampiamente esplorata nel suo vecchio programma Raitunes:musica/disegno, musica/letteratura, musica e qualsiasi cosa.
Io, nel piccolo, desolante, disperato spazio concessomi da 'sto blog non posso fare molto in questo senso se non proporvi un reading di Pietro l'Aretino mentre scorrono le pagine tratte da Pornotapados, per rendere indimenticabile una serata tra amici nella quale volete fare colpo su qualcuno con le vostre doti artistiche, magari esordendo col verso secondo, primo libro, dei suoi Sonetti Lussuriosi datati 1526:
 

                                       "Mettimi un dito in cul, caro vecchione,
                                        e spinge il cazzo dentro a poco a poco;
                                       alza ben questa gamba a far buon gioco,
                                             oi mena senza far reputazione." 



Provate  e poi fatemi sapere (un Nuvola Nove in regalo, as usual)
Chiudo con un esempio dolorosamente personale di tentata figatona divenuta figatina una volta realizzata.
Spronato dal corto vincitore di premio che potete vedere cliccando lì a fianco (e da un altro che forse posterò, premiato anche lui e subito successivo) e dall'idea di contaminazione, partorii la seguente cosa: girare un corto seguendo le regole musicali relative al ritmo, applicandole alla ripresa.
Come?
Assumendo che battere e levare sono i costituenti il ritmo musicale e che spiegare come funzionano mi fa fumare il cervello, all'epoca escogitai un tipo di sceneggiatura che voleva seguire questa costruzione ritmica assegnando al battere il ruolo della battuta pronunciata ed al levare il silenzio che la segue.
Intitolando il corto "Gregorio Jazz, corto in Levare" volevo sottolineare la caratteristica della recitazione in un "levare" visivo dei due attori; praticamente quando uno parlava ad essere inquadrato era l'altro che ascoltava la battuta e viceversa.
Tutto così, in una specie di controtempo sincopato che credevo mi portasse alla figatona.
Anche perché il soggetto prevedeva il misterioso risveglio del protagonista con la voce di Louis Armstrong anziché la sua, seguita dall'accettazione del fatto con l'aiuto della moglie.
Invece fu la più clamorosa delle figatine, tanto che nonostante lo sforzo di doppiaggio e sincronizzazione fatta senza soldi ma con molto impegno non lo iscrissi da nessuna parte e lo dimenticai in qualche hard disc, povero figlio deforme e visionario.
Nessuno lo ha mai visto prima, aggiungo, e riguardandolo a distanza di anni ne gioisco perchè è una cacata invereconda, uno strano bordello fuori sincrono... magari interesserà a Bertallot, chi lo sa?
 

                                        GREGORIO JAZZ (Corto in levare) - 2009? Boh.


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