sabato 15 febbraio 2014
L'album delle foto
Sembrano innocui ritratti d'epoca.
Se ci si passa sopra con occhio distratto non si fa neanche caso a quel curioso piedistallo che spunta dietro al soggetto in tutte le foto.
Al massimo, uno un po' più sveglio ed attento può registrare qualche piccola incongruenza come un'espressione leggermente vacua, una postura un po' meccanica e rigida.
Insomma, dopo lunga analisi quello che colpisce delle fotografie qua sopra è quello che manca.
Solo che non si riesce a capire compiutamente cos'è, rimane un ché di indefinito fino a quando qualcuno non te lo spiega.
Magari iniziando col dire che il famoso accrocchio seminascosto è questo qui:
E quando ti spiega il resto succede che ci rimani di merda: manca la vita, ecco cosa, perché sono foto di morti.
Non morti perchè fotografati più di un secolo fa, morti perché deceduti PRIMA di essere fotografati.
Bambolottoni, per così dire, secondo una macabra moda in auge durante l'epoca vittoriana.
La galleria degli orrori invece è decisamente post vittoriana, Pinterest of course.
Tutto ciò fa pensare alla sequenza di Kentucky fried movie, il film demenziale di Landis, nel quale si vede una famiglia americana che spiega come non emarginare il figlio solo perchè deceduto, ma anzi continuando a coinvolgerlo nelle attività quotidiane (si vede il cadavere variamente decomposto che siede a tavola legato alla sedia, che galleggia in piscina a faccia sotto mentre gli altri sguazzano giulivi, ecc) per non deprimerlo.
Qui le cose sono simili, solo che è la realtà, non un film.
Se, nonostante interi minuti di contemplazione non vi convincete del fatto che trattasi di cadaveri imbellettati è probabile che sia un fatto da ascrivere alla manciata di trasmissioni settimanali di approfondimento politico (di servizio dicono...): Ballarò, Piazzapulita, Virus, Otto e Mezzo, Porta a porta, Servizio Pubblico e tutte le altre che non cito, trasmettono a getto continuo immagini di cadaveri simili, che hanno come significative differenze rispetto ai morti vittoriani solo il gesticolare e l'inutilità del trespolo di sostegno: il progresso permette loro di stare comunque in equilibrio.
Se vi capita di vedere una fotografia di Enrico Letta degli ultimi due giorni potrete apprezzare inquietanti affinità con le post mortem pictures; stessa espressione vacua, stessa postura incongruente e rigida.
Non cadete in equivoco però, in questo caso è tutto corretto perché l'ex premier è stato assassinato, quindi rientra a pieno diritto.
Anzi, mi meraviglio non compaia ancora nella galleria di Pinterest.
Se invece state scuotendo il capo ripensando al macabro gusto britannico in fatto di fotografie, sappiate che pure da noi l'articolo ebbe la sua stagione.
In un ristorante maremmano, anni fa, m'imbattei con la Dolce in una serie di ritratti appesi di briganti catturati dai Carabinieri alla fine dell'800.
Per utilizzare la cosa come monito per tutti gli altri, i malviventi venivano fotografati nello stesso modo, ricomposti (perchè essendo briganti non è che si costituissero, ci volevano delle belle fucilate per poterli poi fotografare) e piazzati contro qualcosa di stabile, tipo un albero, col moschetto e tutto.
Questo poi è il boss, il Tiburzi, in Maremma lo conoscono tutti (c'han fatto pure un pecorino col suo nome, porcobboia che è una roba...).
Mhhh tutto 'sto parlar di cadaveri m'ha messo appetito...
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