martedì 18 febbraio 2014

Folgorato da Sanremo

Quest'anno ho sentito il bisogno di immergermi fino in fondo nella circostanza.
Guardo Sanremo per la prima volta in 43 anni.
Perché?
Non lo so.
È come una voce interiore che mi ha portato ad accendere la tv alle 21.00 circa, vedere entrare in scena lo sciapo lumacone Fazio, la solita polemica telefonata con dei disperati appesi alla balconata che minacciano di buttarsi e tutte quelle cose lì che sono sempre le stesse dacché io mi ricordi.
Solo che stavolta le sto guardando in diretta.
Perché?
L'ho già chiesto e non trovo risposta.
Capita nella vita che di colpo, da qualche parte dall'interno di noi, arrivi una spinta verso qualcosa che non si considerava neppure fino a quel momento: gente che una bella mattina comincia ad andare a funghi o una sera a trans, addirittura a vedere Sanremo con soddisfazione.
Come me ora, sono qui che guardo godendo della trashezza estrema, della povertà di idee, della disperante serie di ospiti che non servono ad un cazzo.
Bellissimo.
Sarà che quando tutto crolla intorno quel poco che rimane in piedi acquista un fascino particolare, sarà questo, ed eccomi qua.
Le canzoni sono quasi superflue, è tutto il resto che fa, compresa la Littizzetto che ha ampiamente stancato con le sue battutine intelligenti, con quel cognome che ha le doppie piazzate come mine.
Eppoi già pregusto il domani, quando tutti ipocritamente negheranno di aver almeno sbirciato una mezz'ora di Festival per mantenere quel fascino da intellettuali snob ed io calerò l'asso, dichiarando tutta la mia colpa.
Che soddisfazione.
Solo che con questa premessa non so come inquadrare Roy Sullivan in tutto questo.


Non c'entra con nessun concetto si possa applicare a Sanremo ed alla sua visione, perchè si tratta dell'uomo che è nel Guinness per essere quello che è stato colpito più volte da un fulmine senza restarci secco.
Sette volte per la precisione, in un arco temporale che va dal 1942 al 1977.
Una possibilità talmente remota da far sembrare il "13" alla schedina un fatto ordinario, dicono gli statistici, però Roy le sue belle sette strizze se le prese comunque, statistica o no. 
Forse l'aggancio potrebbe essere proprio questo: è sopravvissuto a sette fulmini, ma ce l'avrebbe fatta con sette Sanremi?
Non lo sapremo mai perché Roy ci ha lasciati da molto tempo ormai.
Peraltro nel modo più prevedibile per uno che potremmo azzardarci a chiamare "coriaceo".
Perché dirlo fortunato è proprio riduttivo: sparato, suicida a 71 anni.
Pensavo avesse optato per la fucilata per paura di essere immortale dopo una vita del genere, ma poi ho appreso essere uno sparo dettato dalla delusione amorosa... un grande. 


 Il siparietto tra Fazio e la Casta nel frattempo mi ha costretto a togliere l'audio, perchè provavo vergogna per i protagonisti e per chi glielo ha scritto.
Ho tentato di rimetterlo ma mi ha aggredito una versione di "Silvano" di Jannacci cantato dalla popputa francese e non ho potuto esimermi dal ripremere il mute. 
Adesso riprovo.
Col passare dei minuti trovo che le pubblicità siano opportune quanto il bordo piscina quando hai le gambe di legno già a metà vasca, anche perchè cantano pochissimo rispetto all'intrattenimento irritante.
Chissà se riuscirò a resistere fino alla fine.
Devo farcela, non posso mischiarmi col popolo bue che non guarda il Festival.


Sono trascorse due ore dall'inizio dello spettacolo e del presente post.
Se ne è appena andato un tale Perez, medagliato olimpico, che non ho mai sentito e canta Gualazzi, che almeno è ascoltabile.
Intanto ho esaurito l'entusiasmo ma ancora rimango aggrappato all'italianità crassa che sgorga dallo schermo con unghie e denti.
Però, pensavo, se a Roy avessero risparmiato due o tre saette tenendosele buone per folgorare Fazio e la Nana sul palco?
Rimasti due mucchietti di polvere sarebbe stato l'ideale contrappasso chiamare Sullivan a presentare, peccato sia troppo tardi ormai.
Alè, continuo, ormai è una lotta uomo-mezzo televisivo...
VINCERO'!


Sono le 23,35.
Ho perso.
Sconfitto da Fazio, il maledetto.
Mi sono rifugiato in Assassin Creed III, che mi fa cacare visto che lo sto trascinando nella Play da un mese e probabimente restituirò al proprietario undicenne.   
Senza Ezio Auditore la vita non è più la stessa.

Cosa mi resta?
Boh, intanto mi guardo sul tubo qualche penna di Bob Hannah, un crossista che sul casco portava due saette, tanto per restare in tema.


Poi mi auguro una notte con bei sogni.
Dopo aver visto Sanremo sarebbe un risultato da Guinness anche questo.

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