giovedì 11 agosto 2016

Non si può essere contemporanei per sempre

Ultimamente cominciavo a sentirmi così:


Si tratta della quarta di copertina di "Un Sedicesimo" (il nr.21 del 2011, ma sono tutti recuperabili o dal'editore stesso oppure in librerie specializzate tipo la 121 di via Savona, qui a Milano), il delizioso libriccino che Corraini Edizioni pubblica regolarmente.
Questo, bellissimo, di Toccafondo illustra il racconto, bellissimo, di Poe "I delitti della Rue Morgue".
Io, ovviamente qui sono lo scimmione.
Accadeva spesso ultimamente che mi ponevo domande riguardo la turpe vecchiezza che avanza fisicamente ma che non si manifesta parimenti mentalmente e mi fa pensare di trovarmi in quelle patetiche situazioni nelle quali fai lo sforzo per rimanere attaccatto ai ggiovani, nei modi di fare, di dire, di sentire anche se è chiaro che per loro sei altro.
Patetico appunto.
Il cruccio nasce tipico la mattina quando comincio a mettermi qua davanti a scrivere: cerco musica sul tubo e dov'è che mi vado ad incagliare?
Decennio, settanta, qualcosa ottanta, rarefacendomi via via verso i novanta ed oltre.
Attuale praticamente zero, piuttosto strumentali alla Sigur Ros, Arcade Fire o roba simile. Ma per poco.
Poi mi rimetto su Aladdin Sane, guardo quel fulmine sul volto e mi torna duro subito a sentire il piano sghembo di Mike Garson.
È un problema, penso.
Io amavo la moto, adesso i giovani no perché altrimenti si schianterebbero dovendo usare una mano per cercare Pokemon con lo smartphone.
Camilleri mi ha salvato giusto l'altro giorno da questo






Sì lui, il re dei tabagisti che scrive compulsivamente nonostante la veneranda età di uno e un solo personaggio sui libretti blu di Sellerio.
La frase è: -Non si può restare contemporanei per sempre. Quindi io mi fermo ai Beatles.
Taaac.
Era tutto lì, come sempre è del resto, solo che si guarda sempre altrove, e mi ha salvato la vita che mi resta.
Adesso infatti vado sul tubo e mi ascolto Transformer di Lou Reed (che dentro ci sia lo zampino del Duca è puramente soprammercato neh?), un disco glam che contiene perle vere.






fottendomene se Taylor Swift, Drake o Timberlake vendono un fantastilione di singoli ed io non conosco il ritornello dei loro singoli.
Non si può essere contemporanei per sempre, sarebbe anche ridicolo, e per molti lo è, quelli tesi all'inseguimento di qualcosa che tanto sfugge, non ci sono cazzi, e che qualcun altro ha ora, in questo preciso momento e a cui tu non hai più accesso, per credibilità, dignità, oppure solo, prosaicamente, età.
Ed è pure bello constatare che la faccenda è biunivoca, lui ha molto meno di quanto hai tu ora e non lo sa nemmeno... non ha ancora visto cose, non sa un cazzo di come funziona e di come verrà accartocciato dalla vita.
Per fortuna non faccio parte di quei patetici revisionisti per cui era tutto bello prima e tutto schifo ora, scordandosi, per ignoranza, fretta e ancora ignoranza che la gioventù fa ricordare bello tutto, anche la diarrea, e che il cervello, benedetto, ha una funzione meravigliosa che seleziona tutto lo schifo che anche allora c'era, cancellandolo.
E c'era.
Esattamente come ora.
Io non sono più contemporaneo, lo dichiaro e mi dimetto.
La Stratos sarà per sempre la più bella macchina mai prodotta, il sinistro di  Maradona e la volèè di McEnroe il gesto atletico più vellutato, il giro di qualifica di Senna l'estremo assoluto in fatto di puro avanzamento e lui, lui qui sotto



sempre molto meglio di questo deforme nipote mutato qua:



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