mercoledì 10 agosto 2016

Mordecai Richler

Ho appena finito di leggere questo, che l'autore scrisse nel 1980. Prestatomi da un amico e tutto scassato, con le alette sgarrupate, i segni di consunzione, letto con trasporto quindi, come spesso accade coi libri di Richler (oppure perché Adelphi fa carta di merda, ancorché supremamente snob ed elegante al tatto).



Adelphi con Richler ha cominciato  a sguazzarci nel 2001 pubblicando invece questo, che è celeberrimo, ha venduto  e vende ancora anche da noi e dal quale hanno tratto anche il canonico film




L'imbarazzo un po' parte dalle date, ovvio, quello sopra ha diciassette anni meno, però ha anche una cosa che manca e che forse, forse, perché lo dico senza avere lo straccio di un dato di vendita mondiale dei due, ma solo epidermica e fallibile opinione, la magia dell'intuizione.
Oh, Richler scrive bene sia detto, uno di quegli autori che compongono per strati di magma che vanno sovrapponendosi lenti e implacabili a tratteggiare il quadro, con flashback apparentemente caotici dei quali va a riannodare i fili apparentemente a caso durante il viaggio, ellittico, sovrabbondante di aggettivi che per i mie gusti potrebbero togliere almeno cento pagine dai balenotteri da cinque seicento pagine che scriveva.
Ma questo è affar mio, lui era Richler, vendeva e il suo editor lasciava fare, avranno ragione loro finché non farò altrettanto.
Eppoi, essendo ebreo canadese non si esce da questo continuo giochino dell'ebreo che è sempre un po' più di tutti gli altri, chissà perché, che beve a rotta di collo, sempre ubriachi tutti quanti visto che a briscola non gioca mai nessuno in alternativa, ed altre piccole perle che si ritrovano immancabilmente (ah, sì, corna, divorzi, fughe qua e là per il mondo).
Comunque, dicevo, in Barney c'è quella cosa che me l'ha fatto amare, quel ritrovamento, la spiegazione della scomparsa dell'amico Boogie fatta con un vero colpo di genio, la presa accidentale del Canadair dal lago: per me quel romanzo gira a trottola attorno a quel perno fantastico.
In Joshua non c'è, magari il gusto weird gli è venuto nei vent'anni successivi, chissà, e poi per lo sforzo c'è morto, visto che la dipartita (2001) ha seguito di poco la pubblicazione (1997).
Se gradite Richler dopo Barney, date senz'altro una sbirciata al suo vecchio predecessore Joshua, vi ci ritroverete come  dentro quella vecchia felpa ritrovata in fondo all'armadio, tanto comoda, che però, strano, rispetto a come la ricordavate manca di una manica...
Ma tanto, sotto all'ombrellone c'è chi legge persino Moccia, quindi potete fare lo sforzo di alzarvi di almeno di un metro sopra il cielo?
Stronzi ( inteso a chi c'è già sotto l'ombrellone. Io mi sparo radioterapia per il momento.Ah, ah...).

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