giovedì 6 marzo 2014

Equilibri

Stefano Giovannoni è un designer.
Niente di male se non che, in questa veste, ha commesso una lunga serie di atrocità affiancato in ciò dalla complice mano della Alessi che pure, per questo, l'avrà pagato.
Non sto a mettere foto dei prodotti secreti dalla fervida mente del Giovannoni, perchè li conoscerete benissimo, entrati come sono nel panorama pop legato all'arredamento: scopini da cesso in forma di pianta in vaso, coniglietti che escono da un cilindro porgendovi gli stuzzicadenti, imbuti a foggia di Pinocchi e via così, lungo una quasi interminabile orgia di materia plastica e occhieggiamenti puttaneschi alla clientela.
Giovannoni e la sua opera sono l'incarnazione del mio post "figatine&figatone" (cercare e verificare), ed è chiaro quale delle due opzioni ello rappresenti col suo lavoro.
Ma non è lui l'obiettivo, infatti non vi metto una foto che sia una del designer, perchè voglio punirlo per quanto posso da qui, dove non ho possibilità di contatto fisico, ma l'azienda che attraverso lui ha creato roba come questa





Questo  è l'apriscatole Can Can (perchè la nefasta opera di adescamento dei cretinetti come me comincia già in sede di scelta del nome del prodotto) che io ho liberamente ribattezzato "dio can can", dopo innumerevoli e disperati tentativi di utilizzarlo per quello che dicono essere.
Mai riuscito.
Ho avvicinato più volte l'oggetto al bordo di un barattolo, ma non sono mai stato in grado di capire come questo potesse aprire quello: se qualcuno me lo spiega lo lecco.
Si tratta del trionfo del consumismo più bieco; produrre roba semplice complicandola e vendendola bene perchè attrattiva per altri motivi che non siano quelli strettamente funzionali.
Equivarrebbe a venderti un auto per fartela usare poi come serra per piante grasse.
Infatti l'oggetto l'ho presto promosso da "apriscatole" a soprammobile esoterico (ma è faticoso perchè l'equilibrio è precario se non lo si appoggia da qualche parte), senza scopi precisi se non ricordarmi dei soldi buttati nell'acquisto.
Lui sta là, con quel suo occhietto mobile (perchè l'occhio può pure ruotare...) che mi osserva e mi condanna per lo stronzo che sono.

L'errore che ho commesso è stato quello di non leggere le istruzioni, già di per sè non esplicative ricordo, perchè credevo ingenuamente non servissero per maneggiare un'apriscatole.
Maledetta Alessi del menga, maledetto Giovannoni che produci figatine e ci fai pure i soldi!!!
Quanto avrai pensato per creare il coniglietto, il pinocchio, lo smerdolino?
Cinque minuti?
Certa gente ha un culo che la metà basta e agli altri non resta che l'invidia.
Sei un grande Giovannoni ed io non ti merito.
Come non merito Bill Dan, della cui opera mi sono servito per illustrare alcune mie teorie sull'amore nel post precedente.
Il californiano si qualifica come scultore equilibrista, nell'accezione anglosassone di balancer.  
A quello che fa io non credo, perchè è impossibile, però se guardate il video linkato si conclude che invece si può.
Ma io non ci credo lo stesso, vaffanculo.
Ho in odio tutta la gente che mi fa sentire incapace di ripetere un suo gesto e Dan è uno di quelli nelle prime file.
Perchè se tutto ciò è vero allora anche Copperfield Lo Mago faceva davvero sparire aerei: ci deve pur essere una linea di confine tra vero e falso.
Solo che io non la vedo.
A meno che Dan non possieda il superpotere di percepire le linee di forza che governano l'equilibrio degli oggetti e riesca a disporli esattamente in accordo ad esse (che ridere se poi lui nel privato è magari un collerico, un ippocondriaco, un ansioso...).
C'è solo un'altro di cui ricordi una capacità simile, quella di captare le linee di frammentazione nascoste nella materia per poi poterle colpire esattamente e distruggere qualsiasi cosa.
È un tale Karnak; solo che vive ad Attilan ed è un Inumano agli ordini di Freccia Nera: lui


Però è un fumetto mentre lo scultore è vivo.
Insomma, possiamo spingere davvero il nostro essere verso limiti sconosciuti come fa, tra gli altri, Dan Bill?
Voi cominciate a provarci, io do spazio a chiunque ci riesca.

p.s. URBANO

Poche ore fa, procedendo lungo una via seguendo una signora in bici, incrocio un signore ben vestito che procede anch'esso in bici, ma contromano.
- Ma cosa fa contromano? - chiede giustamente la signora sfilandolo.
- Ma vai a fare in culo... - le risponde l'uomo.

Quanto siamo diventati belli.

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