giovedì 8 maggio 2014

L'Automobile

In vita mia ho posseduto svariate automobili.
Ora non ne ho manco una ma, statisticamente, dai 18 ai 41 anni se ne sono succedute sette direttamente riconducibili a me.
Alcune le ricorderò sempre con molto affetto, altre meno, ma UNA, una per me rimarrà l'AUTOMOBILE, quella che vorrei avere ancora, che rimpiango e che per certi versi più mi ha rappresentato.
L'oggetto è questo:


Stessa capote, stesse ruote e stessi interni della mia... nostalgia bagascia! 

Si tratta di una Jeep Cj-5.
Una linea senza tempo, mutuata dalle Willy's della Seconda Guerra, con quei fari tondi e le sette feritoie frontali classiche quanto le cariatidi del Partenone.
Già allora dovetti scontrarmi con la crassa ignoranza della vulgata.
Jeep è un nome da sempre percepito come definizione del segmento fuoristrada, (che se grossi diventano gipponi...) come lo scotch per il nastro adesivo, cosi quando mi chiedevano che macchina avessi e rispondevo "una Jeep" andava in scena invariabilmente il seguente cabaret:
"Sì ma che marca".
"Jeep".
"Ho capito ma Mitsubishi, Land Rover...".
"Jeep".
 "Stronzo, non me lo vuoi dire...".
"JEEEEEEP".
Comunque, la vettura in questione la trovai sulle pagine di una rivista in quel di Cremona e per lei vendetti una moto e qualcos'altro che non ricordo più.
Mi scontrai con un po' di problemi, io che all'epoca volevo fare l'americano a Milano, e cioè che il vero desiderata, il SUO motore d'elezione, non si trovava in giro facilmente e quindi dovetti ripiegare sulla prima che trovai a prezzo per me abbordabile ma col motore sbagliato.
Si sappia che questo sbaglio era un sottosviluppatissimo Isuzu a gasolio ASPIRATO (!) duemila e quattro che erogava poco più di cinquanta cavalli...
Leggi non andava un cazzo.
E quando dico "cazzo" credeteci.
Centodieci orari in scia ai Tir se in buona, altrimenti qualcosa meno, nel traffico della città mi salvavano il discreto tiro in basso e le marce rapportate sul corto ma era comunque un esercizio buono per l'autocontrollo quello di contenere le bestemmie ad ogni affondata sull'acceleratore.
In compenso, e questa era una caratteristica di quei mezzi, lo sterzo era preciso come la mano di un ubriaco e i freni più che frenare "suggerivano" un rallentamento (anche alle velocità comiche che si potevano tenere).
Ma vi assicuro signori e signore, che procedere in tutto relax con una Cj completamente aperta (cioè senza tetto né portiere) e vedere ogni ostacolo sparire sotto l'alto cofano dava una sensazione di piacere fisico  e libertà di movimento che ancora ricordo con vivida emozione e che nessun altro mezzo a motore mi ha mai più regalato (nemmeno le moto per dire).
Una volta mi colse un temporale in autostrada mentre viaggiavo in quel modo.
Finchè procedetti l'aerodinamica convogliò la pioggia alle mie spalle, lasciandomi asciutto e giulivo sotto gli occhi invidiosi degli altri, chiusi nelle loro scatolette di sardine.
Poi arrivai al casello e smisi di ridere.
E un'altra volta feci il viaggio Milano - Misano Adriatico en plein air, coi capelli scompigliati dal vento ed il sole su (un lato) della faccia.
Arrivai in Riviera che sembravo il Barone Ashura, pallido di qua e ustionato di là, e con le alghe al posto dei capelli, ma che figata e che nostalgia... ero il monarca dell'Autosole.
La volli bordeaux metallizzato, da oro pallido che era con fregi adesivi arancio-marroni (troppo yankee per i miei nobili gusti), con i cerchi bianchi.
Ruote da 31pollici, grandi ma non grandissime (la morte sua, di un Cj, avviene con le 33'' ed un leggero rialzo) così,




Per contenere i costi mi fidai di un cretino e la portai da un amico suo che era carrozziere come io ero panettiere.
Riuscì nella non facile impresa di farla diventare per tre quarti metallizzata e per uno pastello (negli angolari posteriori) senza che riuscissi mai a capire come aveva fatto.
Ma tant'è, era bellissima coi suoi interni di panno beige, il soft top nero e tutti gli accessorietti che le avevo donato (essendo un Renegade aveva finiture verniciate in nero, io montai ganci e cerniere cromati del Laredo), non ultimo uno scarico laterale che scimmiottava quelli del benzina, che però erano uno per lato contro il mio solitario a sinistra.
E gli interni?
Adesso si storce il naso se manca il navigatore o la telecamera per il parcheggio... guarda qua com'è la situazione in uno di quei mezzi fantastici:

Se montavi lo stereo eri già un signore... io l'avevo e anche l'inclinometro a mercurio che 'sto barbone non ha.

Non c'è niente!
Che sogno.
Dovetti venderla ad un certo punto ad un rude edile veneto che voleva impiegarla nei cantieri, perchè la conta dei piccoli problemucci che saltavano fuori cominciava ad essere oltre le mie possibilità.
Il detto "chi più spende meno spende" è più vero del vero.
La salutai per sempre una sera, sul piazzale di San Siro, dove anzichè il suo sottile volante mi rimasero in mano un pacco di centomila.
Non ho foto di lei e me ne dispiaccio.
Nei miei sogni spesso la guido ancora qua e là con immutato buonumore.
Se dovessi vincere al totocalcio o ereditare da un parente che purtroppo non ho però saprei che fare.
Mi ero dovuto accontentare del Cj-5 ma esteticamente gli preferivo il 7, quello a passo lungo, benché un po' più pesante (perchè a parer mio il pezzo in più equilibrava la linea e metteva in maggior risalto le ruote, anche grazie al suo assale posteriore più largo che le spingeva libidinosamente fuori dai parafanghini).
Così, per capirci:

A questo Cj-7, oltre alla parola, mancano solo gli scarichi laterali.

Me lo farei fare nero opaco stavolta, con gli scarichi laterali cromati e con sotto al cofano il suo originale AMC 304 a benzina, un primordiale otto cilindri a v di 4980 cc, possente e gorgogliante come una pentola di fagioli.
Ascoltare per credere.





150 cavalli, coppia come i turbodiesel moderni e il carter dipinto vezzosamente di blu, vorace carburatore Edelbrock doppio corpo per fare poco più dei cinque con un litro a starci attento e vaffanculo a tutte le Aree C del mondo.
Anzi, visto che son qua a sognare, farei come molti fanno con quei favolosi trattori, gli monterei sotto il 360, cioè un 5800, che era lo stesso blocco motore ma destinato al modello Gran Wagoneer, l'ammiraglia della gamma.
Allora sì che sarei a posto fino alla fine dei miei giorni.
Ora scusatemi, ma tutto questo fantasticare sul Cj mi ha portato ad una inconsapevole polluzione diurna.
Vado a fare un bidet.

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