martedì 1 aprile 2014

Bologna la Dotta, la Grassa, la Trolley

Sono reduce dalla mia prima Fiera Mondiale per l'Editoria dei Ragazzi di Bologna, che avrà anche un nome più condensato di questo ma che adesso non ricordo.
Comunque quello è.
La manifestazione fa sì che ai tradizionali aggettivi attribuiti alla città emiliana ce ne sia un altro legato al mezzo più trascinato dalla gente in quei cinque giorni: il trolley.
Il trolley è una geniale invenzione, un sistema di spostamento su ruote applicato ad una valigia.
Ne deriva un oggetto difficilmente governabile, che procede nell'assordante rumore delle sue ruotine di plastica dura su due sole di esse, alla Holer Togni direi quasi, non appena incontri un dislivello, una malformazione, una buca nel terreno.
A Bologna ho trovato il talento.
Ce n'è davvero tanto in giro, ma qui lo puoi vedere concentrato.
Questa parete per esempio mi ha impressionato:



Perchè è solo UNA di una serie di pareti uguali a questa, centinaia di mq messi a disposizione di chi vuole proporsi ad un editore con il suo lavoro (prevalentemente illustratori, ma anche qualche autore o team creativo).
E sono tutte robe splendide, che poi, dato che vige la necessità di doversi far notare in mezzo ad una moltitudine, puntano su effetti sempre più sorprendenti: teste in cartone tridimensionali, baldacchini con luci a led, mani di plastilina che porgono biglietti da visita... tutto attaccato in parete.
Un tazebao occidentale, una fiera del bestiame.
Immaginatevi TUTTE le pareti del vostro appartamento tappezzate come quella lì sopra e fatevi due conti sulla sproporzione tra offerta e possibilità effettiva di pubblicazione da parte delle Case Editrici.
Noi, io e la Dolce, che portiamo in giro la nostra fittizia società dentro i nostri trolley, la APPENA NALLO, siamo fiduciosi di riuscire a sopravanzarne qualcuno e magari meritarci la pubblicazione di un illustrato.
Magari più d'uno, magari tre, dieci, cento.
E poi andare a prenotare la Ferrari.
Magari prima della Ferrari aspettiamo un po'.
Perchè questa piccola fiducia? Perchè siamo scemi, altrimenti non staremmo insieme.
Però rimane negli occhi la capacità artistica di tanta gente che era lì, da tutto il mondo, letteralmente, con la sua cartelletta in mano, piena di sogni e di colori.
Li metterei tutti in Parlamento, tutti, nessuno escluso, al posto di chi c'è ora.
Intanto io procedo con il romanzo che so attendete come la tredicesima: Annegando Milano.
Abbiate un po' di pazienza, sto aspettando che l'editore mi comunichi la stampa della copertina e la data di uscita in libreria ed ebook e poi mi darò gioiosamente in pasto a voi, o lettori delle mie brame.
Lasciatemi vivere, non tediatemi, fate respirare... e ricordatevi sempre che qui c'è del bisogno.
Nel frattempo, dato che sto nel mio periodo funky, vi segnalo un vecchio gruppo sempre valido per chi come me sente attrazione verso le basette folte e i baffi a manubrio sopra giacche di pelle nera:






















I Black Merda sono un discreto sentire, direi quasi un vecchio classico misconosciuto.
Per chi non lo sapesse, Merda è il risultato della contrazione di Murder pronunciato da un americano (murda, mudda... merda).




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