Si può, nell'Italia del 2015 vivere di scrittura?
No, e i pochi casi noti non fanno che confermarlo.
Però può essere sì, se si verificano alcune importanti condizioni, e lo dico a beneficio di tutti quelli che aspirerebbero ad un libro proprio sugli scaffali o magari più d'uno.
Una carriera quindi, anche se lo scrivo vergognoso.
Quali saranno mai queste condizioni?
Eccole, testate e certificate dal Maschioplastico in persona:
Non avere figli, non avere un'automobile, non avere un mutuo che ecceda i 300 euro, scordarsi viaggi, pay-tv, smartphone o altri dispositivi modaioli, cinema e teatri solo se con biglietti gratuiti, concerti pochissimi, scarso interesse per la buona tavola, esercizio fisico regolare per allontanare spese mediche, utilizzo massivo di ticket e buoni sconto di qualsiasi forma e dimensione.
E tutto ciò ancora non basta, occorre aggiungere tassativamente un'entrata di almeno 800 euro mensili (oppure un'anima gemella con cui dividere) e almeno un titolo pubblicato, anche da un'editore di fascia bassa (l'importante qui è la serietà, non il posizionamento editoriale).
Questo se vivete a Milano o in altra città equipollente sotto l'aspetto dei costi.
Se vivete in cittadine di provincia oppure nel bel mezzo della campagna ritengo possibile sorvolare su alcuni punti, tipo concedersi un mezzo di trasporto (rigorosamente usato) oltre la bici e qualche libertà alimentare in più.
Agitate e servite, avrete la vostra qualifica di "scrittore" e potrete arrivare addirittura a farla scrivere sul documento.
Altre storie non ce ne sono, tutto molto semplice e lineare.
Poi, se volete sognare, nessuno ve lo impedisce neh?
Veniamo ora alla teoria del porco, quella secondo la quale del suino non si getta via niente.
Oltre ad essere vera è pure applicabile ad altri campi oltre al gastronomico.
Vi ricordate di Nuvola Nove (vedi post) e delle sue travagliate vicissitudini?
No, andate a leggerne poi tornate qui; sì, adesso vi dico.
Proiettato a raggiungere una massa critica di titoli, a costruire un mio "catalogo"che possa permettermi un cumulo di diritti d'autore sufficienti per una dozzina di pizze al mese, dopo aver mandato in giro il nuovo manoscritto con la consueta formula dello sparo nel buio ai vari editori, mi sono messo ad attendere riscontri rimettendo mano ai vecchi materiali di quell'esperienza lì, quella del Nuvola Nove, perchè mi sembrava uno spreco lasciare materiale che mi appariva valido a fare i cagnotti nell'hard disk.
L'idea non è sorta spontanea, ma spinta a forza dall'aver visto una conferenza tenuta dai mammasantissima di Libromania durante Bookcity 2014.
Chi sono costoro?
Il frutto di una collaborazione tra De Agostini Libri e Newton Compton Editore per affrontare finalmente in modo serio il mercato degli ebook, che qui da noi, finora, è stato trattato come un gioco buono per i disperati che farebbero di tutto per farsi pubblicare (leggi "pagare").
Questi non chiedono una lira e si occupano della promozione, cioè di ciò che fa vendere o no un libro, bello o brutto che sia.
Stavano là seduti, snocciolando numeri che mi parevano promettenti, quindi, via da lì, sono tornato al vecchio condominio del romanzo e gli ho dato una robusta mano di vernice nuova.
Molto robusta, ed è stato anche divertente vedere quanta ciccia gli ho tolto dai fianchi dopo sette anni dalla sua prima incarnazione.
Ciò fatto ho spedito il 19 novembre 2014 il file e il 24 o 25 gennaio scorsi mi è arrivato in casella la proposta di contratto da firmare.
Voilà, la teoria del porco ha colpito ancora e giustizia è stata fatta.
Ah, gli ho anche confezionato un bel titolone nuovo, "Un magnifico boato", che mi piace proprio e spero sarà metaforico del suo apparire sul mercato degli ebook.
Nel frattempo pazientare ed avventarsi sugli spaghetti, rigorosamente in bianco.
p.s.
il titolo me l'hanno voluto cambiare con un loffio "Storie dei mie vicini"... boh, contenti loro.
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